Decalcomania celebra la storia delle immagini, ma non ne mostra nemmeno una. Dall’invenzione della fotografia tra il 1820 e il 1840 all’uscita dell’ultimo iPhone, la nostra modernità è anche la storia di come scattiamo fotografie. In Decalcomania, il focus non è sul prodotto finale – l’immagine – ma sui meccanismi, materiali e supporti che la rendono possibile.
Thomas Mailaender guarda ad una nicchia di amatori in cui la tecnica è regina: la nuova macchina fotografica, il nuovo obiettivo o il nuovo flash sono oggetti di una fascino feticistico, spesso maschile, che viene prima e dopo lo scattare immagini. È la tecnica per la tecnica, una sublimazione che può prescindere dall’acquisto di un prodotto: spesso è sufficiente la sua rappresentazione. Cataloghi e magazine sono miniere di informazioni, tracce di una cultura materiale e della sua evoluzione.
Decalcomania è un tunnel di nostalgia. Un tuffo negli anni ‘70, ‘80 e ‘90, momento di picco dei brand rappresentati e dell’adesivo come forma di comunicazione. È un inno all’amatorialità e alla fotomania, al pop e al vernacolare: siamo in una serra tunnel, esempio di architettura povera e popolare, circondati di stickers, emblema dell’immagine-decorazione, riproducibile e accessibile a tutti. È un inno al collezionismo, non solo come soggetto, ma anche come pratica artistica: per Mailaender, cercare materiale su internet – immagini, così come vecchi oggetti – “è come cercare funghi in una foresta”, a metà tra sport e metodologia.
Alla fine, ogni adesivo ha in sé infinite immagini mentali: a generarle sono i ricordi personali, o l’immaginazione di chi guarda.
Thomas Mailaender (Francia, 1979) è un artista multimediale che vive a Marsiglia. La sua pratica artistica mette in discussione il ruolo e la funzione primaria dell'immagine attraverso un approccio multidisciplinare alla fotografia e alle sue tendenze archivistiche. Le sue installazioni, spesso di dimensioni monumentali, utilizzano materiali inusuali in contesti istituzionali, e incorporano fotografie trovate online e nei mercatini. Un avido collezionista di immagini anonime, Thomas Mailaender ha assemblato un archivio di più di 11,000 documenti, collezione che ha intitolato “The Fun Archaeology”.
Via Camillo Casarini, 19 – Bologna
12-15 settembre
Gio 15:00-21:00. Ven-Dom 10:00-21:00