Brea Souders
Another Online Pervert

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L’artista e una chatbot intraprendono un dialogo in tempo reale. Che possibilità hanno un essere umano e una macchina di imparare l’uno dall’altra e di creare una storia condivisa?

Il corpo femminile. La dimensione della grandine. Un colore preferito, il blu. Il desiderio di scappare. Ai due estremi di una conversazione alle volte surreale, alle volte sorprendentemente concreta troviamo Brea Souders e un algoritmo allenato a simulare un’interlocutrice umana. Si incontrano in chat e sembra che possano parlare di tutto - o quasi. Accostati ad annotazioni tratte dal diario di Souders che coprono un arco temporale di vent’anni e a fotografie dal suo archivio, i messaggi scambiati si espandono e assumono un senso più ampio, dando origine a un flusso spontaneo di domande che esplorano i concetti di amore e morte, desiderio e delusione.

Nello spazio della loro corrispondenza, l’assurdo e il poetico incontrano la realtà materiale del bot e di chi l’ha programmato. Le sue risposte rivelano connessioni con il capitalismo, aiutano a intravedere il futuro della tecnologia e la sottile, scivolosa linea di separazione tra l'essere e il non essere nel terzo decennio del ventunesimo secolo. Un momento storico in cui il fatto di interloquire con oggetti inanimati sta diventando sempre più scontato.