Nello slang kuwaitiano la parola Umbai esprime una dichiarazione di sorpresa per qualcosa di inaspettato. Il termine è di uso comune principalmente tra le donne kuwaitiane, tanto che se un uomo lo pronuncia viene accusato di essere gay. Umbai rappresenta il modo in cui il pensiero dominante regola il genere e la sessualità nella moderna società kuwaitiana. In questo contesto, l'artista Munirah Almehri si interessa al futurismo queer e a come possa diventare uno strumento cruciale per coloro a cui l'etero-patriarcato nega un futuro. Utilizzando l'anonimo, l'assurdo, lo stereotipo, l'ultra-binario e l’etereo, l'autrice ha creato cinque personaggi nei loro mondi idealistici, ritraendo la potenzialità di altri modi di essere. Muovendosi tra fotografia documentaria e autoritratti costruiti, l'opera mostra un'espressione culturalmente vincolata di idealismo queer.
Munirah Almehri (Kuwait, 2000) è una fotografa con base a Londra, il cui lavoro è stato pubblicato a livello locale e internazionale. Il suo progetto attuale, Umbai, esplora nuovi modi di essere attraverso autoritratti costruiti che presentano espressioni culturalmente vincolate di queerness. Il suo lavoro precedente utilizza la produzione di "anarchivi" speculativi per ritrarre il Kuwait tra nazionalismo, religione e modernità. In risposta al suo interesse per il tecnocolonialismo e la datificazione come potere disciplinare, riorganizza segni del passato nel presente per criticare la falsa promessa di progresso attraverso la tecnologia. Nel 2022 Almehri si è laureata in Media e Comunicazione presso la Goldsmiths University di Londra.